La storia di Artù

Artù
Artù

Era una sera di ottobre... Stavo portando il cane di mio nipote e di mia sorella, Brutus, a fare la solita passeggiatina, quando sentii distante e dal basso provenire dei flebili versetti di minini piccoli piccoli...

Portai Brutus immediatamente in giardino, chiusi il cancello e corsi nuovamente dove ero prima...

I pianti si sentivano sempre più nitidamente, ma da dove provenissero, non lo capivo proprio.

 

Poco più giù, c'era una discarica.

 

La mia vita è spesso segnata da discariche :) Quindi non mi meravigliai che qualcosa stesse accadendo di nuovo in un simil contesto :)

Era certo: mini minini avevano bisogno di me!

Oltrepassai il muretto, mi calai lentamente giù, arrabattandomi, fino a scivolare, arrivando però, a destinazione, senza farmi male.

Seguii da buona segugia, la provenienza di quei lamenti e intravidi una scatola da scarpe, chiusa con dello scotch nero..

La aprii immediatamente: dentro c'erano 3 creaturine minuscole: due maschietti ed una femminuccia...(questo ovviamente lo contatai dopo...)

Appena videro che la scatola era stata aperta, sguizzarono fuori.

Mai avrei creduto che a dimensioni simili corrispondesse una tale agilità Ma i gatti riescono a sorprendere sempre...

Non riuscii in nessun modo a rimetterli nella scatolina, per tornare in...superficie. C'era un odore insopportabile: io schiacciavo di tutto per inseguirli, ma era sempre peggio... Ogni tentativo mio corrispondeva ad un allontanamento loro.

Allora decisi di risalire, ed andare a chiedere aiuto a qualcuno (anche se lì c'erano solo una chiesa ed un bar con due vecchierelli canuti e stanchi).

Ma.... provando a risalire, mi accorsi che pure io ero infossata in cotanta immondizia.

 

Che fare?

 

Prima risi a crepapelle dalla reazione nervosa, temendo di non poter prendere i piccini, poi presi in mano il cellulare e chiamai i vigili del fuoco.

Raccontai tutto: il signore, molto gentile che mi ascoltò, però, forse credeva fosse uno scherzo. Mi chiese il numero di telefono, dicendomi che mi avrebbe subito richiamato per aver conferma di veridicità.

Uno squillo, era lui... Davvero avevo bisogno di loro, e di qualcuno che mi imbragasse per portar su me e le creaturine ?!

Dopo dieci minuti, alla valle vidi luci azzurre e udii sirene: non potevo credere ai miei occhi Tre camionette stavano arrivando a soccorrermi!!

Giunsero sulla piazza, accesero un faro a giorno, e poco dopo, vidi il parroco del paese e quei signori che avevano evidentemente smesso si giocare a briscola, scrutare l'operato dei pompieri, e me che davo loro indicazioni su come raggiungermi.

Arrivarono signori alti, con stivali lunghissimi: mi imbragarono e mi tirarono su.

Io continuavo a delirare, supplicandoli di prendere quei topini che con gli occhioni terrorizzati, non riuscivano a capire cosa stesse accadendo.

Ed era buffissimo vedere questi meravigliosi eroi, correre qua e là, per catturarli.

Dopo un'ora ci riuscirono e me li portarono su.

Ormai si era creato un tifo per loro, equiparabile a quello della finale ai mondiali.

Mi consegnarono i tre pargoletti, li misi in un cartone che il parroco mi porse, e tornai in macchina, non senza prima, però, aver chiesto loro a che squadra appartenessero.

Il giorno successivo mi prodigai a scrivere una lettera di encomio alla loro "base generale": perchè sì che arrivarono perchè ero in pericolo io, ma fecero davvero di tutto per mettere anche in salvo Artù, Andrea e Nerina.

Ma quel che mi fa ancora ridere da morire è che il giorno successivo, mia mamma, a cui non avevo ancora raccontato nulla, andò dalla fruttivendola a comprare, e sentì che lì si narrava di una ragazza che la sera precedente aveva tentato il suicidio gettandosi nella discarica del paese. Altro che telefono senza fili !!!!!!

E ancor più buffo è che lei capì che in qualche modo, con qualche rivisitatura dell'aneddoto, io c'entravo senza alcuna ombra di dubbio, :)

Mi conosce mooooooooooooolto bene :) Ogni volta che le citofono, mi risponde: che animale hai salvato oggi? :)

Artù lo tenni, ed oggi è lo sbavoncino che è, quando lo prendo in braccio e mi contorna il collo con le sue zampine; i suoi fratellini, una volta cresciuti un po', li diedi in adozione: Andrea, che era bianco e nero col pelo lungo, è morto un anno fa, due giorni dopo la morte del suo padrone, di un infarto, come lui; Nerina, vive tutt'ora in una meravigliosa fattoria con cavallini e pecorelle.

 

Artù è con noi, felice d'essere amato e di essere stato salvato.